Piccole rivincite


di Freccia di Granito

Freccia di Granito
22/10/2011


Conosco una persona, che per il rispetto della privacy (come si usa dire adesso) chiameremo Clark Kent (sì, come il giovane Superman che recentemente dai fumetti è stato rivitalizzato nella serie televisiva Smalville) il quale mi ha confidato di non essere un vendicativo. La vendetta è una cosa che proprio non gli interessa. Anzi, ha sempre sostenuto che è una cosa stupida e non serve a niente. Tuttavia mi ha confessato che nella sua ormai discretamente lunga vita qualche piccola… rivincita se l’è presa.
Aveva bevuto molte birre, quel giorno, il nostro Clark, in quel locale tutto vetrate in cima al passo del Monte Ceneri, che è anche poi la cassa di alcune pompe di benzina. Insomma, è un po’ tutto, un bar, una tavola calda, un minimarket e la cassa delle pompe di benzina. C’è addirittura una bacheca con i quotidiani.
Ebbene, alla quinta birra mi disse a bassa voce che qualche mese prima si era tolto una piccola soddisfazione, anzi, una rivincita. e continuò raccontandomi del periodo della sua separazione, cioè della separazione dalla moglie. Spesso le separazioni non sono cose semplici, soprattutto non sono cose nette. Ci sono dapprima delle semi-separazioni, poi magari un anno di lontananza in cui ci si incontra ogni tanto per rinnovare una bella litigata, poi esiste una o più riconciliazioni finché arriva il taglio definitivo e irreversibile.
Fu quando Clark si rese che conto che ormai, a molti mesi di distanza da quel taglio, la situazione era del tutto chiusa, che pensò di rivolgersi agli amici, affinché gli presentassero delle possibili future compagne. Ne aveva quattro, di amici. Pochi. Ma così stavano le cose.
Ebbene, aveva sempre paventato che un giorno o l’altro avrebbe dovuto chiedere loro un tale aiuto. Alcuni di loro si erano rivolti proprio a lui per chiedergli quel tipo di aiuti.
Clark si ricordava bene di aver aiutato per ben due volte, e con successo, quello che un lungo periodo (da molto giovani) aveva ritenuto il suo miglior amico, che qui chiameremo Lex.
Insomma, Lex era incapace non tanto di trovarsi delle ragazze, quanto di convincerle che era un bravo ragazzo. Non che non lo fosse, ma le ragazze percepivano subito il suo carattere egoista, quel suo pensare sempre e solo alle proprie opportunità e il difetto ancora maggiore di usare gli altri. Sì, Lex non aveva rapporti bilaterali con le persone: le usava.
Comunque, chissà poi perché, Clark e Lex erano amici. Avevano fatto il liceo assieme, li legava la stessa idea politica, l’età simile e non so cos’altro, ma erano stati molto amici, al punto che Clark per ben due volte presentò delle sue amiche a Lex il quale riuscì a fidanzarcisi. Ma come al solito, dopo un po’ la relazione tra Lex e la sua nuova fidanzata andava a gambe all’aria.
Molti anni più tardi, non con un certo imbarazzo, fu Clark che per telefono chiede un aiuto a Lex. Il quale, dopo molte riluttanze, lo invitò a cena, dove c’era, sì, una ragazza, diciamo una donna, che però era chiaramente molto più interessata a Lex che a Clark. Insomma, Lex stava usando l’amico Clark per crearsi un paravento di fronte alla moglie. La coppia, infatti, era già formata, da questa donna e Lex.
Per una decina d’anni Clark e Lex si sentirono appena. Clark era abbastanza infuriato e Lex probabilmente un pochettino si rendeva conto di aver esagerato.
Poi, all’improvviso, Lex si rifece vivo. E con insistenza. Ormai tutti erano computerizzati, e Lex ricopriva di e-mail il povero Clark, il quale sopportava con sufficienza. Alla fine, terminata la pazienza, Clark, aveva capito il vero perché del fatto che Lex volesse stringere nuovamente l’amicizia, gli disse: vuoi parlarmi di una tua amante, vero?
Ed era proprio così. Clark stesso rimase sbalordito dalle proprie capacità di intuizione. Allora invitò lui e questa signora o signorina a una inaugurazione. Se non altro per conoscerli. Però covava una rabbia tremenda, perché si rendeva conto che ancora una volta Lex stava tramando per usare Clark, in tanti modi, forse come paravento, forse come sfogatoio eccetera.
Lex arrivò da solo. E Clark si rese conto che non aveva più nessunissima voglia di essere suo amico. Gli anni passano, le persone si creano, anche senza volerlo, una scorza, una corazza. E poi a che gli poteva servire, Lex? Non avevano più nulla in comune, proprio più nulla, se non l’età simile. Ma cosa poteva farsene Clark di uno dell’età simile alla sua? Soltanto a farlo sentire invecchiato.
Per concludere, Clark fu freddissimo con Lex, lo trattò malamente, e lo congedò in fretta.
Da quel momento non si sono più rivisti né sentiti. Insomma, Clark si era preso la sua piccola rivincita. “Ma”, aggiunse, “ne avrei ancora due o tre, da prendermene”. E ordinò un’altra birra.
Al di là delle grandi vetrate arrivava la notte d’autunno e ormai le macchine che transitavano erano pochissime. Tutti se ne andavano a casa, chi nella propria famiglia, chi dal proprio compagno o compagna, chi in una casa vuota e deserta.
Ci salutammo con un abbraccio e tre baci, raggiungemmo ciascuna la propria auto, e ce ne andammo, ciascuno verso la propria casa, uno verso nord e l’altro verso sud.